il Filo Rosso, Ri-generiamo il nostro futuro: la storia di Valeria…

Tempo di lettura 7 min

Poco più di un mese fa è terminato il percorso “Il filo Rosso – Ri-generiamo il nostro futuro” che ha coinvolto una decina di donne durante il periodo del lockdown in modalità smart https://www.susannabustino.it/proposte/ .

È stato un percorso fuori dall’ordinario ma che ha coinvolto le partecipanti in maniera nuova e altrettanto coinvolgente ritrovandoci in una “inaspettata vicinanza” nonostante la distanza fisica. Durante i 4 incontri ci siamo chieste come stavamo vivendo il periodo di lockdown rappresentandolo attraverso la piantina di una casa (luogo in cui stavamo trascorrendo il periodo di chiusura forzata), abbiamo poi spaziato sulla nostra vita attuale e sugli ambiti da cui è costituita per arrivare a chiederci quali cambiamenti avremmo voluto intraprendere rappresendolo attraverso la tecnica grafica del Mandala. Abbiamo poi delineato il percorso della nostra vita, come un mosaico fatto da pezzi di materiali diversi, impreziosito dalla tecnica giapponese del Kintsugi (https://www.susannabustino.it/2020/04/25/tra-la-mente-e-il-cuore-le-mani-curano-lanima/,  definendo un obiettivo importante per il nostro futuro e il primo passo per raggiungerlo. Infine, nell’ultima parte del percorso, abbiamo prodotto una creazione che parlasse di noi e che rappresentasse il nostro percorso. (Se ti interessa saperne di più puoi contattarmi a questo indirizzo susanna.bustino@gmail.com).

Oggi voglio presentarvi una delle partecipanti, utilizzerò un nome di fantasia e vi condurrò nel suo percorso attraverso le sue parole che racconteranno ciò che ha realizzato e i significati che ha attribuito. Credo nella forza delle storie e del rispecchiamento: ascoltare il vissuto di persone simili al proprio aiuta a immaginare cambiamenti possibili anche per sé, spinge a fare il primo passo, a sentire che non si è sole e che ci sono strade possibili da intraprendere. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!

VALERIA 45 ANNI

Buongiorno a tutte sono Valeria e ho 45 anni! Sono mamma di tre figli: due maschi di 10 e 15 anni e una bimba di 6. Da febbraio lo sono a tempo pieno perché ho deciso, insieme a mio marito, di prendere in mano la situazione familiare che stava andando un po’ a rotoli e ho lasciato il lavoro. Facevo l’assistente di studio dentistico, professione che non ho scelto ma che ho trovato e al quale mi sono adattata per circa 20 anni, che però mi portava a lavorare praticamente tutti i pomeriggi fin oltre le 19 e questo non mi permetteva di seguire i miei figli come avrei voluto e inoltre il lavoro non mi ha mai appassionato. Così a Febbraio ho preso il coraggio tra le mani, ho deciso di dare una svolta alla mia vita e mi sono licenziata, non ho preso neanche la NASPI, né la Cassa integrazione che poi è stata concessa con il lockdown.

Sono una creativa da sempre (penso dalla nascita) purtroppo il mio percorso di studi e anche il lavoro sono andati da un’altra parte. Però parallelamente ho coltivato e perfezionato diverse tecniche creative. Principalmente creo bijoux ma adesso voglio provare con il cucito creativo. Mi sono licenziata per dedicarmi di più alla mia famiglia e per trasformare il mio hobby in un vero lavoro. Il lockdown mi ha un po’ “fregato” perché ha cambiato i piani che avevo: con tre figli in casa, la DaD da seguire e le faccende domestiche, ho dovuto cambiare i miei piani, ma non desisto, troverò un modo e tempi diversi per realizzare questo mio progetto.

Nel primo laboratorio del percorso mi è stato chiesto di  rappresentare una casa che simbolicamente consisteva nello spazio in cui abbiamo vissuto il lockdown. Ci siamo chieste come riempire questa nuova-normalità di significato: ho rappresentato la casa domandandomi cosa mi sarebbe piaciuto riempisse e arricchisse quel tempo e quello spazio, di cosa avevo bisogno per stare bene, e che cosa volevo lasciare fuori.

Ho trascorso il lockdown nella mia casa poco fuori Torino con i miei figli e mio marito che ha continuato a lavorare. Il Covid mi ha “fregata” perché mi ha riportato a vivere in una sorta di limbo: avevo tante cose in testa, progetti e idee che volevo mettere in campo dopo il mio licenziamento. Il virus mi ha rubato il tempo per viaggiare con la mente e le mani nel mio nuovo progetto creativo. Mi sento ai blocchi di partenza e sento il bisogno di:

  • Tempo per stare da sola
  • Tempo per progettare e sperimentare
  • Buttarmi finalmente nei miei progetti futuri

Ma, allo stesso tempo, mi ha permesso di riflettere su alcune zavorre che volevo lasciare fuori dalla porta di casa:

  • La vita frenetica, la continua sensazione del tempo che mi scivola tra le mani
  • Ho lasciato fuori la mia esperienza lavorativa passata che mi ha dato ma tolto molto soprattutto di momenti di vita famigliare.
  • Questo tempo mi ha dato modo di fermarmi a pensare davvero a quello che volevo.

Sento che in me sta cambiando la prospettiva. Per anni ho dovuto fare il giocoliere e fare tutto: lavorare, prendermi cura della casa, famiglia, creare… come un criceto che ruota all’infinito senza raggiungere obiettivi. Ho vissuto una transizione importante: la scelta del lasciare il lavoro di una vita in un periodo di rivoluzione! Ora le priorità saranno altre, chiare e semplici.

Sento di avere anche dei doni da voler condividere come l’ascolto e l’empatia a livello emotivo. Sono sempre stata attenta ad ascoltare prima di parlare. Voglio donare anche la mia creatività nel fare, nell’utilizzare diverse tecniche e colori.

Ho dato alla mia casa il titolo: LA CASA DEI COLORI E DEI SOGNI. I colori rappresentano la vita, l’ottimismo e la speranza in un futuro migliore. La libertà invece è soprattutto quella mentale per esprimere noi stessi senza condizionamenti.

Sento una sensazione di LIBERAZIONE. Avevo e ho tanti pensieri in testa e dovevano uscire e essere ascoltati! il percorso propostomi il “Filo Rosso – Ri-generiamo il Nostro Futuro” con altre donne mi ha aiutato, attraverso diverse tecniche e attività a sentirmi ascoltata e a mettere ordine nei miei pensieri e emozioni.

La seconda attività aveva il titolo: II mandala di vita. La rivisitazione del famoso strumento espressivo, ci ha condotto nel rappresentare con forme e colori i nostri ambiti di vita e a chiederci quale spazio hanno nel presente e quale vorremmo avessero per il nostro futuro.

Se penso ai miei ambiti di vita, rappresentati dall’attività del Mandala, ho diviso il cerchio abbastanza equamente: una buona parte è occupata dalla famiglia e dalla vita di coppia: proprio in questo momento mi sono resa conto che avendo tre figli, è importante coltivare momenti con il proprio compagno di vita. Poi c’è la creatività e i progetti futuri. Sicuramente il blocco forzato mi ha rallentato però ho preso più consapevolezza di tutto. Poi subito dopo c’è il benessere psico-fisico: il mattino faccio un po’ di ginnastica e yoga per staccare da tutto il resto ed è molto importante per me. Poi c’è l’amicizia, valore molto importante per me. Più si cresce e più si tagliano i rami secchi, ma quelli che rimangono vanno coltivati bene come si coltiva un fiore. E infine la cultura perché voglio continuare a studiare perché sento di avere delle lacune da colmare. Il titolo che do al mio lavoro è: LA FASE DUE DELLA MIA VITA.

La terza attività aveva come titolo: Lo strano percorso. Il tema è stato quello del viaggio, il percorso.

In questa attività ho provato a pensare ai grandi e piccoli obiettivi che voglio raggiungere nella mia vita.  Ho scelto l’obiettivo più importante per me in questo momento e il primo passo che voglio fare. Dopodichè ho disegnato una strada e l’ho arricchita con pezzi di materiali di recupero come in un mosaico. Ho infine impreziosito le crepe del mio percorso con un pennarello dorato, come nella tecnica del Kintsugi (https://www.susannabustino.it/2020/04/25/tra-la-mente-e-il-cuore-le-mani-curano-lanima/).

Se dovessi descrivere il mio prodotto, comincerei con il dire che se vuoi fare un passo avanti devi perdere l’equilibrio per un attimo, bisogna lasciarsi un pochino andare, non sempre si può essere razionali. Credo in ciò che si fa anche con la pancia e non solo con la testa. Le mie parole chiave sono: pazienza, determinazione, consapevolezza, coraggio. La mia decisione di lasciare il lavoro è stata presa con la mia famiglia e ha richiesto molta pazienza e riflessione, poi mi sono lanciata.

Sono convinta che la vita è il 10% di ciò che ti accade e il 90% come reagisci. Dobbiamo credere in noi e non cercare negli altri le risposte, uscire dalla nostra Confort zone. Non aspettare, non sarà mail il momento giusto, collego questa riflessione al mio licenziamento. Una risorsa che penso di avere è la leggerezza, per lasciarsi andare. L’ultima fase che sto vivendo, mi richiede attesa e pazienza per riuscire a sviluppare il mio progetto, il mio motto è: “Credi in te stesso e nessuno riuscirà a fermarti”.

Mi sono posta l’obiettivo a lungo termine di sviluppare un profilo Instagram con le mie creazioni e come primo passo quello di acquistare una macchina da cucire perché oltre ai bijoux voglio creare borse.

Infine, nell’ultima parte del percorso, abbiamo prodotto una creazione che parlasse di noi e che rappresentasse il nostro percorso. Io ho scelto di realizzare una collana fatta all’uncinetto, la mia prima passione è stata creare bijoux. Ho fatto un corso per imparare questa tecnica, che io ho adattato ai miei gusti.

Ho usato un filo che ho arricchito con perline colorate perché la mia vita è così, colorata. Il titolo che ho dato alla mia creazione è: SPERANZA NEL NUOVO, perché siamo tutti in attesa che si sblocchi tutto e che riprenda, non la vita di prima, ma una vita nuova. Perché prima mi sentivo troppo costretta e frenetica, sempre nel posto sbagliato. Io non voglio la vita di prima, VOGLIO UNA VITA MIGLIORE!